La paura può essere definita come uno stato emotivo di forte apprensione in risposta alla presenza di una minaccia reale giudicata molto pericolosa. La paura è una normale risposta dell’organismo che ha un significato adattativo nell’evoluzione delle specie (cioè è stata una caratteristica vincente ai fini evolutivi delle diverse specie animali, uomo compreso) ed è fondamentale per la sopravvivenza dell’individuo stesso. Il contatto ripetuto e graduale con lo stimolo che causa paura può portare, con il tempo, ad una progressiva abituazione e a una diminuzione della paura, a condizione, però, che sia concessa libertà ed autonomia nell’esplorazione dello stimolo e nella fuga.
La fobia è una risposta di paura esagerata e, al contrario della paura, non alcun significato adattativo. La fobia, come la paura, compare in presenza di un pericolo reale ed identificabile.
La fobia si sviluppa quando il contatto con lo stimolo che scatena la risposta di paura è imprevedibile e di forte intensità, senza alcuna possibilità di fuga.
Quando lo risposta fobica, invece, si manifesta anche in assenza di una reale minaccia o si presenta molto prima che compaia la minaccia (anticipazione emozionale verso gli stimoli che precedono il pericolo) si è di fronte ad uno stato ansioso.
L’ansia è uno stato patologico caratterizzato da un aumento di probabilità di reazioni analoghe alla paura, in risposta a qualsiasi variazione dell’ambiente interno ed esterno. L’ansia impedisce all’organismo di adattarsi e di far fronte anche ai più piccoli cambiamenti dell’ambiente, generando un costante senso di allerta e precarietà.
I meccanismi che intervengono nello sviluppo e nel mantenimento delle paure sono talvolta complessi e spesso è difficile risalire ad una sola causa scatenante.
Le cause più comuni che possono contribuire allo sviluppo della paura e delle fobie sono:
a) Carenza o assenza di contatti ed esperienze con diversi stimoli durante i primi mesi di vita (sindrome da privazione sensoriale).
Questa situazione si verifica quando il cucciolo viene allevato in un ambiente carente di stimoli e privo di variabilità. Il cucciolo, non potendo entrare in contatto con diversi stimoli e non avendo la possibilità di confrontarsi con differenti situazioni, non acquisisce gli strumenti necessari per adattarsi allo stile di vita, all’ambiente e ai normali cambiamenti con i quali probabilmente dovrà confrontarsi una volta cresciuto.
Una marcata diversità tra l’ambiente di nascita e quello di vita dopo l’adozione, rappresenta una delle principali cause dei problemi di adattamento del cucciolo.
L’ambiente di nascita e di crescita, infatti, rappresentano per l’organismo un modello di riferimento per lo sviluppo psicofisico futuro: in presenza di pochi stimoli, ad esempio, l’organismo cresce tarando il suo livello di sensibilità e reattività su tale modello. Il problema insorge nel momento in cui il cucciolo viene trasferito in un ambiente diverso, più ricco e stimolante, al quale però non è stato preparato; il cucciolo, non avendone precedente esperienza, reagirà ai nuovi stimoli con una risposta di paura. Se il contatto con i nuovi stimoli avviene in maniera irregolare, senza gradualità e senza la possibilità di esplorazione e di fuga, la risposta di paura può facilmente trasformarsi in fobia.
Il motivo della difficoltà di adattamento a nuove situazioni risiede nel fatto che, una volta completato lo sviluppo comportamentale, in particolar modo terminato il periodo di abituazione al mondo esterno ( 3° mese di vita), l’organismo non è più in grado di modificare il suo assetto di base e di adattarsi, quindi, ad ambienti diversi da quello di origine; da questa incapacità di adattamento ne deriva pertanto una grave sofferenza psichica che porta velocemente all’alterazione dello stato emotivo.
La sindrome da privazione sensoriale si può presentare in diversi stadi: lo stadio della fobia, lo stadio ansioso e quello della depressione da privazione.
Nello stadio fobico le manifestazioni più frequenti sono riconducibili allo stato di paura: l’aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, la dilatazione delle pupille, i tremori e l’eliminazione di feci e urina, sono manifestazioni tipiche di tale stato. I comportamenti adottati dal cane per far fronte alla paura vanno dall’irrigidimento e inibizione, alla fuga, fino ad arrivare all’aggressione.
I principali stimoli che scatenano la reazione di paura sono le macchine, il traffico, i rumori forti, la folla, i temporali ecc… I cuccioli, impauriti dal mondo esterno, durante le passeggiate si bloccano spesso, assumono una posizione bassa e diffidente, con la coda tra le gambe e le orecchie abbassate, tirano al guinzaglio per andare in posti conosciuti e si fermano di fronte a strade nuove. In molti casi, durante le passeggiate, lo stato di allerta e di preoccupazione che il cucciolo prova gli impedisce di trovare la condizione ideale per fare di propri bisogni all’esterno.
Le manifestazioni dello stato ansioso, invece, sono rappresentate da una generale inibizione dell’esplorazione, dalla tendenza a nascondersi, dall’alimentazione notturna, dalla comparsa di comportamenti ripetitivi e dall’iperattaccamento ai proprietari per far fronte allo stato ansioso.
Uno stadio ancora più grave è rappresentato dallo stadio depressivo caratterizzato da un’importante inibizione comportamentale; il cucciolo, dopo il suo arrivo nella nuova famiglia, manifesta apatia, si nasconde, non mangia, dorme molto, non gioca, non esplora l’ambiente e spesso elimina feci e urine in prossimità del luogo di riposo. Nello stadio depressivo la salute ed il benessere del cucciolo sono fortemente compromessi.
I primi mesi di vita del cucciolo sono fondamentali per un apprendimento corretto e duraturo delle abilità fisiche, mentali e sociali; per questo motivo al fine di evitare future difficoltà di adattamento, che si possono presentare in forma più o meno grave, è importante offrire al cucciolo la possibilità di vivere molteplici esperienze positive avendo cura di evitare situazioni eccessivamente stressanti o paurose.
b) Esperienze negative
La paura o la fobia si sviluppano in seguito ad una esperienza fortemente negativa e traumatica.
c) Rinforzo della paura
Una normale risposta di paura può talvolta essere rinforzata inconsapevolmente dai proprietari, impedendo così al cane di superare l’episodio.
Consolare e coccolare o al contrario punire il cane mentre prova timore o paura, nel tentativo di rassicurarlo e calmarlo, ha in realtà l’effetto opposto, e cioè rinforzare la paura.
Come riconoscere i segni della paura nel cane
Ogni cane può reagire alla paura in maniera diversa a seconda delle esperienze passate e della propria personalità.
Quando è presente uno stato di timore o di leggera paura, il cane cerca di evitare la situazione/ cosa o persona che lo impaurisce. Talvolta il cane può minacciare a distanza attraverso abbai / brontolii o ringhi e solitamente questi comportamenti di evitamento sono spesso intervallati da brevi fasi esplorative. Durante le fasi esplorative il cane mantiene comunque una posizione accucciata, la coda tra le gambe, un’andatura lenta, irrigidimento, in alcuni casi alza il pelo dritto sul dorso, ecc…
Quando è presente uno stato di forte paura, il cane cerca di fuggire dal pericolo assumendo una posizione accucciata; la coda tra le gambe, le orecchie appiattite sulla testa, gli occhi spalancati e le pupille dilatate, il respiro affannoso e tremori caratterizzano questa postura.
In altre situazioni il cane può presentare solo inibizione senza tentativi di fuga: in questo caso il cane assume una posizione raccolta e rigida con la coda tra le gambe, le orecchie e testa basse e lo sguardo deviato dal pericolo.
Se messo alle strette e bloccato nei suoi tentativi di fuga, il cane che ha paura, può rispondere con un comportamento aggressivo. Il comportamento aggressivo si può presentare anche a causa di una strumentalizzazione della risposta alla paura e cioè quando il cane impara che l’azione più efficace per allontanare la minaccia è l’aggressione.
Le paure principali
- Temporali
- Rumori forti ed improvvisi (botti, spari, oggetti che cadono, elettrodomestici)
- Automobili, traffico in genere
- Folla o luoghi affollati e rumorosi
- Persone: tutte o solo alcune tipologie come ad esempio persone in divisa, persone col casco o con occhiali da sole, persone alte e imponenti ecc.
- Luoghi (ambulatorio, luoghi chiusi, box ecc.)
Trattamento
Il trattamento in caso di fobia varia a seconda del soggetto, del contesto e delle cause che hanno contribuito allo sviluppo del problema. Prima di affrontare qualsiasi terapia comportamentale è fondamentale migliorare la relazione e l’intesa tra il cucciolo e i familiari attraverso una maggior consapevolezza da parte di questi ultimi del sistema comunicativo e sociale del cane, attraverso l’apprendimento delle corrette modalità educative e di interazione ed infine attraverso un ridimensionamento delle aspettative. In alcuni casi è possibile affiancare alla terapia comportamentale una terapia farmacologica.