Quando si parla di comportamento ripetitivo ci si riferisce ad un comportamento volontario che viene manifestato più volte al giorno, in maniera compulsiva, e che all’apparenza non sembra essere collegato con il contesto.
Nel gatto, i comportamenti che più frequentemente assumono caratteristiche di ripetitività sono, il comportamento somestesico, cioè di cura del corpo, e il comportamento alimentare.
Leccare o mordicchiare insistentemente una parte del corpo, succhiare tessuti, ingerire oggetti di varia natura e alimentarsi eccessivamente ed in maniera compulsiva (bulimia), sono le manifestazioni comportamentali più frequenti. La comparsa di zone alopeciche, cioè senza pelo, il diradamento del pelo, localizzato in alcune aree del corpo o in maniera diffusa, l’obesità e l’ingestione di materiali non commestibili (pica), sono rispettivamente le conseguenze dell’alterazione del comportamento somestesico e alimentare.
Per quanto riguarda l’ingestione di materiali non commestibili, con particolare riferimento al comportamento di succhiare tessuti, le razze orientali (siamese e burmese) sembrano essere quelle maggiormente interessate e questo potrebbe indicare la presenza di una certa predisposizione genetica.
Anche nel gatto, una volta esclusa la presenza di qualsiasi causa organica, la manifestazione di comportamenti ripetitivi è solitamente indice di uno stato di sofferenza psicologica. Tali comportamenti, infatti, possono insorgere come risposta a situazioni stressanti o in presenza di un conflitto emotivo (conflitto interiore) o ancora in caso di frustrazione e rappresentano, per il gatto, un modo di affrontare lo stato ansioso generato da tali situazioni.
Se in fase iniziale i comportamenti ripetitivi si manifestano solo durante la situazione conflittuale o stressante, con il passare del tempo essi tendono a modificarsi e a presentarsi anche in situazioni apparentemente senza conflitto. Questo peggioramento avviene perché il gatto perde progressivamente la capacità di adattarsi alle modificazioni ambientali, sia a causa di un probabile aggravamento dello stato ansioso, sia per un probabile rinforzo involontario del comportamento da parte dei proprietari.
Le situazioni che più frequentemente causano ansia nel gatto, sono rappresentate dalle modificazioni del proprio territorio, dalla convivenza con più gatti, dalla permanenza in luoghi chiusi senza possibilità d’uscita all’esterno, dai cambiamenti di routine e del nucleo familiare, dalla permanenza in un ambiente ipostimolante e dalle relazioni conflittuali con i familiari.
Generalmente i comportamenti ripetitivi non si presentano come unico sintomo, ma si manifestano contemporaneamente ad altri problemi, quali ad esempio aggressività, fobie, eliminazioni inappropriate, marcature urinarie ecc.
In presenza di un comportamento ripetitivo, prima di procedere alla visita comportamentale, è fondamentale che il gatto sia sottoposto ad un’accurata visita clinica e ad eventuali accertamenti al fine di escludere la presenza di un problema organico; affezioni dermatologiche, allergie alimentari, problemi metabolici, endocrinopatie, possono essere alla base o essere la concausa dell’insorgenza di comportamenti anormali.
Il trattamento dei comportamenti ripetitivi non è sempre facile e richiede molto impegno.
La terapia comportamentale si basa principalmente sull’individuazione e l’eliminazione, dove è possibile, delle situazioni conflittuali e dello stato ansioso, sull’interruzione di qualsiasi rinforzo volontario del comportamento (attenzioni, punizioni, premi) e sull’apprendimento ed il rinforzo di un comportamento alternativo più appropriato.
A seconda del caso è possibile affiancare alla terapia comportamentale una terapia farmacologica, omeopatica o naturale.