I cani sono animali altamente sociali e quando sono separati dal resto del gruppo possono provare disagio.
L’apprensione e lo smarrimento che il cucciolo prova durante i primi periodi di isolamento sono stati emotivi abbastanza frequenti. Il cucciolo, infatti, abituato per i primi mesi di vita a vivere a stretto contatto con i fratelli e la madre, fatica a stare solo nei primi periodi dopo l’adozione in famiglia. Il cucciolo, inoltre, non avendo ancora maturato l’esperienza di un adulto, per imparare a star solo ha bisogno di essere abituato gradualmente alle assenze sempre più lunghe dei proprietari.
Una volta abituati i cani generalmente comprendono che la separazione dal gruppo è solo temporanea e pertanto superano velocemente lo stato di stress provocato dall’isolamento.
In alcuni casi, invece, il cane non è in grado di reagire e di superare la sensazione di sconforto e disagio che prova quando è solo. In questi casi si assiste allo sviluppo di uno stato d’ansia.
L’ansia provocata dalla separazione impedisce al cane di adattarsi a qualsiasi cambiamento e rimanere tranquillo durante l’assenza dei proprietari; il senso di inquietudine che prova, inoltre, lo porta, nella maggior parte dei casi, a distruggere casa, ad abbaiare insistentemente o ululare, a grattare le porte per andare a cercare i proprietari, a eliminare feci e urine sparse per casa. Al ritorno, i proprietari sono accolti con feste esagerate, salti, giravolte e manifestazioni estreme, talvolta difficili da controllare.
In alcuni casi invece il cane reagisce alla separazione con uno stato di apatia che si protrae fino al ritorno dei proprietari. In questo caso il cane, per trovare uno sfogo al senso di inquietudine, può manifestare comportamenti sostitutivi come, ad esempio, leccarsi insistentemente le zampe, mordicchiarsi parti del corpo ecc.
Alla base dell’ansia da separazione è presente un iperattaccamento del cane verso i proprietari. Generalmente si distinguono due tipi di iperattaccamento: quello primario e quello secondario
L’ iperattaccamento primario si verifica quando tra il cane ed il suo proprietario persiste il legame di attaccamento.
Il legame di attaccamento primario è quel legame reciproco che si crea tra i cuccioli e la madre. Poco dopo la nascita, infatti, la cagna sviluppa un forte legame di attaccamento ai suoi cuccioli che le permette di riconoscerli come propri e di dedicare loro tutte le cure necessarie. I cuccioli, invece, sviluppano il legame di attaccamento alla madre qualche settimana più tardi (verso la 3° settimana di vita) quando lo sviluppo sensoriale permette loro di prendere contatto con il mondo esterno. Questo legame, tra madre e cuccioli, è indispensabile ai fini della sopravvivenza ed è così forte che anche brevi periodi di separazione creano sia per la madre che per i cuccioli un senso di forte disagio.
Quando i cuccioli acquisiscono maggior autonomia, tale legame perde progressivamente la sua consistenza per concludersi definitivamente al raggiungimento della maturità sessuale. La madre, man mano che i cuccioli crescono, inizia ad allontanarli dal luogo di riposo limitando la durata e le occasioni dei contatti; in questo modo la cagna crea un graduale allontanamento sia fisico che psicologico dei cuccioli consentendo loro di maturare ed infine di diventare adulti. Questo processo viene chiamato distacco.
Quando il cucciolo viene adottato da una famiglia, a circa 2 mesi di vita, per poter crescere e star bene, necessita ancora di un legame di attaccamento con una figura di riferimento; il legame di attaccamento che prima aveva con la madre e con i fratelli viene perciò trasferito alla nuova famiglia. Questo processo è fondamentale per lo sviluppo equilibrato del cucciolo ed è consigliabile che i proprietari, nei primi giorni dopo l’adozione, favoriscano questo attaccamento, ad esempio, facendo dormire il cucciolo vicino a loro e dedicandogli molto tempo. Se però, come spesso accade, il processo di attaccamento non è seguito da una corretta fase di distacco, si può assistere all’insorgenza dell’ansia da separazione. La persistenza del legame di attaccamento con i proprietari, dopo i sei mesi di età, impedisce al cucciolo di maturare socialmente e di acquisire le competenze tipiche dell’adulto.
Spesso un cane che presenta iperattaccamento primario ricerca insistentemente il contatto fisico con i proprietari, li segue dappertutto, durante l’esplorazione di nuovi ambienti si allontana da loro solo per pochi metri per poi tornargli vicino; i cani maschi urinano senza alzare le zampe e le femmine ritardano la comparsa del primo calore.
L’iperattaccamento secondario si verifica quando il cane necessita della presenza e del contatto dei proprietari o di altre persone o di animali per far fronte ad un altro disturbo emotivo (ad esempio uno stato fobico, uno stato ansioso o ancora una depressione) o per superare una situazione particolarmente difficile (ripetuti cambi di proprietari, abbandono ecc.) o, ancora, durante una malattia fisica.
Questo tipo di iperattaccamento, a differenza di quello primario, si verifica quando il cane ha già raggiunto l’età adulta e può manifestarsi improvvisamente, ad esempio in seguito ad un evento traumatico, o parallelamente allo sviluppo di un altro disturbo (ad esempio durante la sindrome da privazione sensoriale).
Differentemente dall’iperattaccamento primario, in questa forma di attaccamento il cane presenta un corretto comportamento sociale e sessuale, manifesta comportamenti tipici di un cane adulto, non richiede costantemente un contatto fisico e le manifestazioni ansiose possono essere irregolari.
In entrambe le tipologie di iperattaccamento lo stato ansioso che si produce nel cane durante la separazione dai proprietari è mantenuto e talvolta accentuato dai rituali di partenza e di rientro dei proprietari.
Per rituali di partenza si intendono i comportamenti o le interazioni con il cane, che i proprietari mettono in atto, sempre allo stesso modo, prima di uscire. Sebbene sia quasi inevitabile compiere gli stessi comportamenti prima di uscire di casa, come vestirsi, controllare le luci, prendere le chiavi ecc., il problema dei rituali di partenza risiede nello stato d’animo del proprietario al momento della partenza. Il senso di colpa e lo stato di apprensione che il proprietario prova per dover uscire di casa vengono chiaramente percepiti dal cane con il conseguente aumento dello stato ansioso.
Al ritorno dei proprietari, i cani che hanno vissuto con molta ansia la loro assenza, manifestano dei saluti estremamente festosi e calorosi (rituali di rientro) che i familiari generalmente premiano con altrettante attenzioni. I saluti estremamente festosi, però, possono essere il segno che il cane ha provato un estremo senso di disagio al quale può dar sfogo all’arrivo dei proprietari. Premiare tale eccitazione può peggiorare lo stato ansioso del cane.
Molte altre volte, invece, all’arrivo dei proprietari i cani mostrano un atteggiamento di paura (che può essere preceduto dai festeggiamenti o meno) che generalmente essi interpretano come consapevolezza di aver combinato dei guai in casa. In realtà, la paura che il cane manifesta e le posture di sottomissione che la caratterizzano, sono la diretta conseguenza delle punizioni che i proprietari impartiscono al cane per i danni ritrovati al loro rientro.
Il trattamento dell’ansia da separazione differisce a seconda sia presente, alla base, un iperattaccamento primario o secondario.
Nel primo caso è consigliabile avviare un graduale processo di distacco e una riorganizzazione del rapporto con i familiari, mentre nel secondo caso è auspicabile la risoluzione o per lo meno l’attenuazione del disturbo d’origine che ha portato all’iperattaccamento.
In entrambi i casi è importante modificare i rituali di partenza e di rientro al fine di interrompere il circolo vizioso che ha contribuito all’insorgenza ed al mantenimento dello stato d’ansia.
Infine in molti casi risulta utile affiancare alla terapia comportamentale una terapia farmacologica.