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Aggressività verso i proprietari per la gestione di una risorsa

  Questo tipo di aggressività si manifesta all’interno di quello che viene oggi definito Disturbo competitivo di relazione.
Le aggressioni generalmente si manifestano quando il cane percepisce di essere sfidato dal proprietario per il controllo di una risorsa o di uno spazio (es. quando viene spostato dal divano, durante il pasto, quando viene scavalcato, quando viene contenuto ecc.). Secondo J. Dehasse, i contesti che possono scatenare una competizione e di conseguenza una aggressione sono: accesso al cibo, controllo di uno spazio, controllo di un partner sociale, controllo del partner sessuale, gestione dei neonati (per le cagne).
Il cane è un animale altamente sociale e ha bisogno di vivere in gruppo; affinché la vita di gruppo possa essere vissuta in maniera armoniosa e senza eccessivi scontri, essa necessita di alcune regole e della comprensione da parte dei membri del proprio ruolo e posizione sociale. La relazione gerarchica all’intero di un gruppo di cani, così come tra uomo e cane, non è necessariamente statica (dominante-sottomesso), ma varia in relazione al contesto e alle situazioni e si basa principalmente sulla deferenza.
Per creare con il proprio cane un rapporto armonioso e piacevole è necessario che il proprietario assuma la guida della relazione, ma non, come spesso si ritiene, in maniera autoritaria e soffocante.
Al contrario il proprietario, nella relazione col proprio cane, si dovrebbe porre come guida e punto di riferimento, fonte di sicurezza, incoraggiamento ed educazione più che come “comandante”. Come un genitore guida il figlio nella crescita e lo aiuta a sviluppare una corretta e appagante relazione col mondo esterno, così anche il proprietario dovrebbe guidare il proprio cane. Guidare il cane significa: dare delle regole semplici e coerenti, chiedere il rispetto senza però l’utilizzo di punizioni, insegnare i comportamenti giusti. Essere guida significa anche essere presenti nel momento del bisogno, giocare, amare e soprattutto rispettare.
Quando non si riesce a diventare la guida del proprio cane e non si riesce a stabilire un rapporto coerente, il cane è portato ad acquisire un ruolo di maggior controllo sulla relazione.
In alcuni casi il cane può acquisire una posizione gerarchica molto elevata tale da renderlo capace di controllare e gestire totalmente il proprietario che, impaurito dalle minacce, ne asseconda le richieste.
Nella maggior parte dei casi, in realtà, il cane non riesce a comprendere chiaramente la sua posizione gerarchica e per ottenere maggiori informazioni sul suo ruolo all’intero della famiglia, sfida i familiari per il controllo di alcune risorse (luoghi di riposo, cibo, contatti ecc.). Molte volte i proprietari rispondono a queste sfide in modo aggressivo e autoritario; così facendo essi non solo incrementano il livello aggressivo degli scontri, ma aumentano anche la percezione del cane di essere sfidato e di conseguenza di dover entrare in competizione. È importante inoltre ricordare che alla base di questa forma di aggressività è molto spesso presente anche uno stato ansioso.
L’aggressività relativa allo stato sociale si manifesta maggiormente nel cane maschio e raggiunge il suo apice alla maturità sociale, che nella maggior parte dei cani si raggiunge tra i 12 e 24 mesi.
Il trattamento di questa forma di aggressività prevede la riorganizzazione del rapporto cane – proprietario/ famiglia, cioè da rapporto basato sulla competizione e sfida a rapporto basato sulla cooperazione, rispetto e fiducia, l’evitamento delle situazioni a rischio e la desensibilizzazione alle situazioni che scatenano i comportamenti aggressivi. A seconda dei casi può essere prescritta anche una terapia farmacologica di supporto alla terapia comportamentale.