Questa forma di aggressività si può manifestare quando il cane viene interrotto, trattenuto, sgridato o punito mentre manifesta comportamenti aggressivi. Non potendo aggredire il suo reale bersaglio, il cane scarica la tensione su di un altro target che molto spesso è rappresentato dal proprietario. Generalmente l’aggressione ridiretta si accompagna ad un forte stato di eccitazione. Una tipica situazione che può scatenare un’aggressione ridiretta è rappresentata dall’interruzione, tramite contenimento o punizioni, di uno scontro tra cani: in questo caso il comportamento aggressivo non potendo essere sfogato verso il cane bersaglio, viene diretto verso un terzo elemento, rappresentato di solito dal proprietario o da un altro cane, presente nella scena, ma estraneo ai fatti. Un altro esempio è rappresentato dal cane che non potendo aggredire il suo bersaglio, perché trattenuto dal guinzaglio, si gira e morde la mano o il braccio del proprietario che lo sta tenendo al guinzaglio. Il morso inferto nell’aggressività ridiretta non è preceduto da alcun avviso e solitamente è violento e lesivo; il cane agisce in modo impulsivo e automatico.
Il trattamento consiste principalmente nell’evitamento delle situazioni scatenanti, in un adeguato contenimento in caso di aggressioni verso altri cani e nella risoluzione del problema comportamentale o stato patologico che generalmente è alla base di questo tipo di aggressività. L’aumento della consapevolezza e del rispetto da parte dei proprietari della comunicazione canina e della psicologia del proprio cane, il miglioramento della condotta a guinzaglio, delle traiettorie e dei comportamenti da tenere in caso di incontro con altri cani ed infine la riorganizzazione del rapporto cane – proprietario sono elementi fondamentali nel percorso terapeutico.