Aggressività tra cani familiari. Questa forma di aggressività si manifesta tra cani che vivono nello stesso nucleo familiare. Nella maggior parte dei casi i cani sono dello stesso sesso e i comportamenti aggressivi si intensificano al raggiungimento dalla maturità sociale (12 -24 mesi). Le motivazioni che normalmente sono alla base degli scontri tra cani familiari sono: la competizione per una risorsa importante o insufficiente a soddisfare entrambi i contendenti e la gestione della gerarchia.
I principali fattori che scatenano le lotte tra cani familiari sono: la presenza del proprietario e le sue attenzioni, il possesso di oggetti di alto valore come giochi o ossa, le situazioni ad elevata valenza sociale come il pasto, le uscite, le coccole, il controllo degli spazi e le situazioni eccitanti.
L’aumento di frequenza e di gravità degli scontri è generalmente riconducibile all’instabilità gerarchica e all’impossibilità di stabilizzare i rispettivi ruoli.
Le situazioni che più frequentemente portano ad un’instabilità gerarchica sono: il raggiungimento della maturità sessuale e successivamente sociale di uno dei cani, l’invecchiamento o la malattia del cane che aveva uno stato gerarchico superiore, l’interruzione sistematica degli scontri da parte del proprietario, il mancato rispetto da parte del proprietario dell’ordine gerarchico stabilito dai cani.
Molto spesso, infatti, i proprietari, per paura che i cani possano ferirsi, interrompono sistematicamente gli scontri punendo l’aggressore e difendendo la vittima o al contrario premiando il comportamento del cane dominante. L’intervento del proprietario impedisce ai cani di concludere la sfida e di stabilire la loro posizione gerarchica all’interno del gruppo con il conseguente aumento degli scontri. Inoltre, la presa di posizione in favore di un cane rispetto all’altro, se basata su criteri di scelta errati, può portare ad un peggioramento della situazione.
Infine, è importante ricordare che in caso di lotta tra cani mettersi fisicamente in mezzo, nel tentativo di separarli, è una delle situazioni che più frequentemente porta al ferimento da morsicatura; l’utilizzo di un richiamo o di una distrazione (rumore forte, spruzzo d’acqua etc.) è una scelta più sicura.
Il trattamento di questa forma di aggressività prevede: a) la riorganizzazione del rapporto cani – proprietario/ famiglia, il proprietario cioè dovrà acquisire il ruolo di guida nei confronti di tutti i cani e ricevere rispetto da tutti, b) l’evitamento delle situazioni scatenanti, per esempio aumentando o eliminando le risorse per le quali i cani si scontrano, come ossa o giochi o ad esempio separando i cani durante il pasto se la causa scatenante è il cibo ecc., c) il rispetto della gerarchia tra i cani. A seconda dei casi può essere intrapresa una farmacoterapia di supporto alla terapia comportamentale.
Aggressività tra cani sconosciuti: anche in questo caso gli episodi di aggressività si verificano soprattutto tra animali dello stesso sesso, molto frequentemente tra maschi, e si intensificano a partire dal raggiungimento della maturità sociale (12- 24 mesi).
Le motivazioni che spingono il cane ad attaccare cani sconosciuti sono differenti:
- scarsa socializzazione,
- paura,
- territorialità,
- rinforzo del comportamento stesso da parte del proprietario, anche se involontariamente, o da parte dell’aggredito che con la sua fuga può rinforzare il comportamento aggressivo,
- la percezione da parte del cane, generalmente anormale e fuori contesto, di essere minacciato o sfidato dagli altri cani.
- Molti cani, soprattutto maschi, invece sembra sentano quasi la necessità di affrontare sistematicamente gli altri cani per stabilire la propria posizione gerarchica.
Un accurata raccolta anamnestica e l’osservazione diretta del comportamento sono fondamentali per comprenderne la causa e formulare un percorso terapeutico.
Molto spesso le aggressioni sono più frequenti ed intense quando i cani sono tenuti al guinzaglio, talvolta gli scontri si verificano unicamente in questa situazione. Le motivazioni di ciò sono riconducibili alla reazione anticipata di tensione e paura del proprietario alla vista dell’altro altro cane e al pensiero dell’imminente aggressione e alle punizioni come strattoni al guinzaglio, sgridate o altre punizioni fisiche messe in atto dal proprietario per dissuadere il proprio cane dall’aggredire. Queste reazioni da parte del proprietario sono spesso la causa del perdurare e del peggiorare della situazione.
Il trattamento di questa forma di aggressività deve tener conto della motivazione che porta il cane ad aggredire cani sconosciuti. In generale l’aumento della consapevolezza e del rispetto da parte dei proprietari della comunicazione canina e della psicologia del proprio cane, il miglioramento della condotta a guinzaglio, delle traiettorie e dei comportamenti da tenere in caso di incontro con altri cani ed infine la riorganizzazione del rapporto cane – proprietario sono elementi fondamentali nel percorso terapeutico.