Negli ultimi anni, grazie ai progressi fatti in campo veterinario nella cura e nella prevenzione delle patologie degli animali da affezione e grazie alla maggiore attenzione dei proprietari verso i loro amici animali, è sempre più frequente incontrare cani e gatti d’età avanzata. Il raggiungimento dell’età geriatrica, nel cane, varia da soggetto a soggetto in funzione della taglia, della razza e dello stile di vita con particolare riferimento all’alimentazione e all’attività fisica; solitamente i cani di piccola taglia hanno un’aspettativa di vita maggiore rispetto ai cani di grossa taglia.
Con l’aumentare dell’età anche negli animali, così come nell’uomo, si assiste alla comparsa d’inevitabili cambiamenti psicofisici: il fisico e gli organi interni perdono lentamente la loro funzionalità e le capacità mentali subiscono un progressivo declino. Se queste modificazioni compaiono in maniera graduale e sono di lieve entità, possono considerarsi fisiologiche e riconducibili al normale processo d’invecchiamento. Se, al contrario, esse compaiono velocemente e si accompagnano a disturbi di grave entità, che interferiscono con una vita normale, sono il sintomo di un invecchiamento patologico.
Anche il cane e il gatto, purtroppo, possono andare incontro ad un invecchiamento patologico. Mentre alcuni soggetti, infatti, mantengono quasi inalterate le loro capacità cognitive, emotive ed un buono stato di salute generale, altri, in breve tempo le perdono con un progressivo peggioramento della qualità di vita e di relazione.
Intervenire sia sui problemi fisici che su quelli comportamentali è possibile ed è indispensabile al fine di garantire al paziente geriatrico una dignitosa qualità di vita e di relazione con l’ambiente e le persone.
L’evidente impossibilità di arrestare il processo d’invecchiamento non deve, infatti, impedire la ricerca di soluzioni e d’interventi volti a migliorare la qualità di vita dell’animale anziano.
Le modificazioni psicofisiche patologiche che si riscontrano nell’animale anziano possono avere due cause: alcune malattie organiche o l’invecchiamento cerebrale patologico.
Le endocrinopatie, l’insufficienza d’organo, gli stati dolorifici, causati ad esempio dall’artrosi, le neoplasie, le malattie del sistema nervoso centrale, le malattie sistemiche ecc. possono essere l’origine della comparsa di alcune alterazioni comportamentali nel paziente geriatrico o contribuire alla loro insorgenza. In altri casi, invece, i problemi del comportamento che si riscontano nell’animale anziano sono riconducibili ad un invecchiamento cerebrale patologico.
La progressiva perdita delle funzioni cerebrali e in particolare modo la diminuzione della capacità di trasmissione delle informazioni e di produzione di neurotrasmettitori da parte dei neuroni sono all’origine delle modificazioni comportamentali legate all’invecchiamento. La perdita di funzionalità delle cellule cerebrali è da considerarsi un processo fisiologico normale che, nel corso degli anni, viene solitamente compensato dalla presenza di moltissimi altri neuroni che, “prendendosi carico” del lavoro di quelli mancanti o alterati, mantengono quasi inalterate le funzioni cerebrali. Quando questo fenomeno della compensazione perde efficacia, per esempio per alcune malattie o per disfunzioni metaboliche o per una condizione cronica di stress, o per la presenza di una patologia comportamentale o ancora per una predisposizione genetica, si assiste alla perdita della corretta funzionalità cerebrale e di conseguenza alla comparsa di alcuni disturbi.
Le manifestazioni che nel cane più di frequente si accompagnano ad un invecchiamento cerebrale patologico, sono: disorientamento spaziale e temporale, stato confusionale, difficoltà di riconoscimento dei familiari, difficoltà d’apprendimento e perdita degli apprendimenti acquisiti in passato, alterazioni del sonno, eliminazione inappropriata.
Un cane affetto da invecchiamento patologico può pertanto manifestare difficoltà nel riconoscere i proprietari, i luoghi o le cose a lui familiari, paure improvvise verso cose o situazioni conosciute, perdita dell’orientamento in luoghi conosciuti ed anche in casa, perdita d’interesse per il gioco e per le interazioni con i familiari, aumento dell’irritabilità e, a causa dello stato confusionale, anche della paura, risvegli notturni e difficoltà nell’addormentarsi, eliminazione di feci e urina in luoghi inappropriati.
La terapia dei problemi comportamentali legati all’invecchiamento è principalmente volta a migliorare la qualità di vita e di relazione del paziente. Il trattamento è principalmente costituito da una terapia farmacologica, dalla terapia comportamentale e da adeguate misure dietetiche e modificazioni dello stile di vita. La terapia comportamentale ha il compito di stimolare le funzioni cognitive ed emotive dell’animale attraverso: la ripresa di semplici attività di gioco, l’esecuzione di semplici esercizi, la ripresa di una relazione stimolante con i proprietari, le modificazioni ambientali, in presenza di disorientamento e stato confusionale e l’organizzazione ed il mantenimento di una routine.